Marcello Armanni

La storia che mi accingo a raccontare è quella di un neonato, di nome Marcello, che all’apparenza sembrava sano. Dopo qualche tempo, nel giro di pochissimo tempo, il mondo crollò addosso ai genitori di questa creatura per cause che a breve vi esporrò.

I genitori del piccolo non sapevano che DIO aveva già un piano per lui difatti, in età adulta, Marcello avrebbe svolto varie attività legate alle opere di Dio, oggi vi racconto la sua storia.

Il 5 ottobre 1973 nasceva, in quel di Soresina Marcello, un neonato di 4kg, all’apparenza sano. Pochi giorni dopo la sua nascita i genitori, passeggiando tra una camera e l’altra della casa, notarono un particolare che lì colpi molto: al buio il neonato aveva gli occhi aperti e alla luce li chiudeva.

Se gli si accostava un piccolo oggetto dalla parte sinistra del viso, il piccolo non faceva nessun gesto, se lo mettevano dalla parte destra, il bambino tendeva il piccolo braccio come per afferrarlo. I genitori, intimoriti da ciò che stava accadendo, portarono il piccolo dal pediatra che li rassicurò sul fatto che non era nulla di importante, ma con il passare dei giorni e con il crescere del piccolo, la situazione non migliorava e a quel punto ritornarono dal loro medico curante.

Il medico, appena visitò il neonato, decise di mandarlo d’urgenza presso la struttura ospedaliera all’epoca considerata all’avanguardia: l’istituto Policlinico città degli studi di Milano. Qui al bambino fu diagnosticato una forma di glaucoma congenito agli occhi. I medici cominciarono subito a somministrare le cure al piccolo ed ebbe inizio, per la giovane famiglia, un calvario che li portò a fare da pendolari dall’ospedale a casa (che si trovava piuttosto lontana da Milano).

La madre del bambino passava il tempo nella cappella a piangere e pregare, mentre i medici erano indaffarati a cercare la cura ed a intervenire sugli occhi del piccolo Marcello. All’età di tre anni i medici decretarono che l’occhio destro, dopo diversi interventi, era salvo con gioia dei genitori. A quel punto si concentrarono sull’occhio sinistro ma l’esito, purtroppo, non fu per nulla simile a quello dell’occhio destro. Passarono gli anni e, dopo circa 11 interventi divisi tra i due occhi, all’età di quasi 12 anni i medici decisero, loro malgrado, di intervenire in maniera molto drastica: era il 5 settembre del 1985.

Difatti la situazione era molto peggiorata e decisero di asportare definitivamente tutto il bulbo oculare sinistro perché causava un’infinità di problemi al ragazzo tra cui: forti mal di testa che non si potevano più controllare provocati anche dall’ingrandimento del bulbo stesso che tendeva ad uscire dalle orbite!
Quest’asportazione dell’occhio sinistro provocò una serie di reazioni a catena sia nel ragazzo sia nell’ambiente circostante poiché il suo modo di vivere dovette adattarsi alla nuova situazione creatasi.

Marcello non era in grado di scrivere, leggere, non aveva più il senso corretto della profondità e non riusciva a camminare per una linea retta.

I medici e gli insegnati della scuola avevano consigliato ai genitori tutta una a serie di restrizioni quali: niente mare, studio, lettura, televisione, sport e molto altro. Ma DIO ha sempre tutto sotto il suo controllo! Nella scuola che Marcello frequentava, c’era una sezione sperimentale con corsi alternativi.

Qui organizzarono un corso base di teatro dove Marcello fu inserito. Questo corso aveva lo scopo di insegnare ai partecipanti di stare sul palco ed imparare a concentrarsi, ad usare i punti di riferimento, era teso insomma a sviluppare proprio tutte quelle capacità che vennero a mancare al ragazzo dopo l’intervento. Con la costanza nella frequenza delle lezioni, il ragazzo cominciò a camminare sempre meglio dando così il via al suo recupero fisico.

Nello stesso periodo, DIO si usò di una sua compagna di classe, Dio mise in cuore di questa ragazza di fare un’opera straordinaria ossia quella di leggere tutti i testi scolastici registrandoli su cassetta per dare modo a Marcello di poter continuare a studiare e riuscire, con meno fatica del dovuto, a finire gli anni delle medie.

Gli insegnanti però erano discordi sul fatto che Marcello, dopo le medie, avrebbe potuto frequentare le superiori in quanto non lo ritenevano all’altezza di sostenere un impatto con una realtà dove non poteva essere seguito con attenzione. Tuttavia i suoi genitori, persuasi dal desiderio di Marcello di poter continuare a studiare, accettarono di mandarlo ad un istituto superiore ignorando i consigli del preside della scuola.

Il ragazzo, sul finire della terza media, aveva le idee molto chiare, voleva fare l’ITIS a Cremona. I genitori, tenendo conto dei suggerimenti degli insegnanti che non ritenevano Marcello in grado di frequentare un certo tipo d’istituto, convinsero il ragazzo che sarebbe stato più opportuno che frequentasse una scuola professionale. Lo iscrissero così alla ENAIP e, dopo pochi mesi dall’inizio dell’anno scolastico, cominciarono i problemi. L’ambiente della scuola superiore era un mondo totalmente diverso, gli insegnanti non erano nella posizione di seguire al meglio il ragazzo che, suo malgrado, non poteva avere gli stessi ritmi dei suoi coetanei. Fu a quel punto che a Marcello, crescendo e scontrandosi con mille difficoltà, gli crollò quel mondo che i genitori avevano cercato, nell’intenzione di proteggerlo, di renderglielo innocuo.

Inaspettatamente, nello stesso periodo, DIO decise di intervenire dando la seconda di molte svolte alla vita dell’adolescente: la malattia nell’occhio destro scomparve incredibilmente! I residui della malattia sussistevano ma i sintomi svanirono, evento a cui i medici non riuscirono a dare una spiegazione.
Marcello però non riconobbe in tutto questo la mano di Dio né lo ringraziò per il miracolo accaduto.

Questa svolta positiva la utilizzò in maniera errata perché a quel punto si sentì di non dover dar conto a nessuno pensando di poter fare tutto quello che voleva.

DIO però ci ama cosi tanto che continuò a proteggere il ragazzo dandogli modo di fare veramente ciò che voleva: studiare, giocare e tutte quelle attività che solo pochi anni prima gli erano state precluse. Il ragazzo divenne uomo e con difficoltà fece la patente pensando sempre di essere un piccolo supereroe.

Non prese mai in considerazione i consigli per una guida sicura tanto che poco dopo fece un incidente uscendone, fortunatamente, illeso ma la macchina era da rottamare. DIO, ancora una volta nella Sua immensa misericordia, aveva provveduto a preservarlo nonostante Marcello pensasse che fosse il caso che lo avesse salvato, anche qui non diede il giusto riconoscimento a DIO.

La vita del ragazzo andò avanti e poco dopo si trovò in un giro poco raccomandabile, quasi per caso. Incominciò a frequentare persone che con lui non c’entrava nulla ma DIO, che tutto vede e tutto ha sotto il suo controllo, preparò una nuova svolta alla sua vita. Un pomeriggio ci furono diversi posti di blocchi e durante un controllo un carabiniere, colpito dal fatto che Marcello non era residente di quelle zone, si domandò cosa ci facesse un ragazzo totalmente estraneo al gruppo fermato. Il carabiniere non aveva nessun interesse personale per fare quello che fece, egli prese il giovane uomo, si spostò di un paio di metri ed esclamò: “vai via e non tornare più, tu non fai parte di questo gruppo, hai tutta una vita davanti va e non ti voltare”, il giovane non capi in quanto non aveva mai fatto nulla di male ma obbedì all’ordine del carabiniere. Anche in questo caso però non riconobbe il giusto merito di Dio nell’accadimento.

Marcello cominciò a condurre una vita diversa. Tornato a casa ricominciò a lavorare e viveva in maniera più o meno tranquilla.
Passano pochi anni e il padre di Marcello si ammalò: tendeva ad addormentarsi ovunque diventando così un pericolo per se e per la sua famiglia. Anche in questo caso DIO sapeva che Marcello non era pronto per sostenere la propria madre insieme ai fratelli più piccoli e poco tempo dopo il padre guarì.

Marcello, da questo avvenimento, prese coscienza di se e cominciò a crescere nel rispetto delle regole che i genitori gli avevano impartito sin da piccolo. I piani di DIO comunque erano altri e nel 2003 il padre del ragazzo morì.

Marcello si sentì abbandonato da DIO, si domando perché qualche tempo prima suo padre guarì e dopo qualche anno, senza alcun preavviso, morì, perché DIO aveva permesso tutto ciò? Marcello non capiva che anche questa prova era un ulteriore svolta, Marcello si sentiva solo e con un peso che forse non era in grado di portare.

Da questo momento in poi egli cominciò la sua ricerca di risposte interiori tra svariate compagnie, avendo sempre molto riguardo per la propria famiglia e la madre che era rimasta vedova.
Cominciò la ricerca di quella pace e felicità di essere umano che potesse riempire il proprio cuore passando da compagnia a compagnia, cercando di essere un uomo migliore, ma queste compagnie si rivelarono una più fallimentare dell’altra.

In quel tempo Marcello credeva a DIO, ma un DIO fatto su misura, un DIO che aveva il solo compito di accontentarlo, ma questo non si realizzò. Nelle varie compagnie che si trovò non provava alcuna soddisfazione con nessuna di esse.

La cosa peggiore è che passò dall’alcool alle canne, al gioco d’azzardo e infine, alcuni dei suoi amici, andarono a prostitute. Marcello non si conformò a quest’ultima tentazione in quanto DIO aveva fatto si di non permettergli nulla che ai Suoi occhi fosse in abominio Fu in questo periodo che in casa sua la madre e una sua amica avevano chiesto di poter fare un culto evangelico invitando il pastore della chiesa sudamericana di Bergamo, ma Marcello non volle in alcun modo restare al culto e preferì uscire.

Una sera era Maggio del 2014, Marcello si chiuse in camera con gli occhi chiusi, e memore di questo culto evangelico, non capiva che differenza passasse tra il DIO che si era creato e il DIO di queste persone. Fece una preghiera: “DIO se veramente esisti, se è come ho sentito durante il culto a casa mia che tu sei un DIO di misericordia, un DIO di amore che non abbandoni mai i tuoi figli, fatti vedere perché io piango nel mio cuore e mi sento solo davanti a molta gente, ti prego aiutami”. Passati un paio di settimane Marcello con tutta la famiglia si recarono al mare in toscana.

Ma DIO aveva in serbo qualcosa di decisivo per far comprendere a Marcello che Lui esisteva. Marcello infatti al mare non ci arrivò mai perchè fu spinto da alcuni eventi che lo portarono in Umbria nella città di Terni, da un amico del moroso di sua sorella. La sera, passeggiando per Terni, vide un gruppo di ragazzi che cantavano e uno di loro passò vicino a Marcello, abbracciandolo gli sussurrò: “Gesù ti ama, Gesù ti aspetta, non tardare”, Marcello ancora non capiva quanto DIO l’ho amava e continuò per la sua strada.

Tornato a casa, pochi giorni dopo in treno verso Bergamo, vide la ragazza che aveva organizzato il culto a casa sua ed ella cominciò a parlargli di Gesù. A poco meno di 50 metri della fermata di Bergamo ci fu un guasto e il treno si fermò, ma questa ragazza continuò incessante a parlargli dell’amore del Signore. Marcello tuttavia non capiva che DIO aveva scelto lui.

Durante la prima settimana di giugno, Marcello lavorava presso il magazzino di una ditta dove producevano formaggi e nel passare vide un ragazzo di nome Andrea che faceva la guardia di notte nella portineria della ditta, erano le 3.30 del mattino e lo vide sorridere con gli occhi che brillavano.

Nonostante che l’atteggiamento di Andrea lo colpisse, non si fermò mai a parlare con lui tranne che una notte. Lo guardò e gli chiese: “come fai tu ad essere così sereno e tranquillo, io mi sono appena svegliato e sono già con un umore pessimo e tu sei sempre sorridente”, Andrea rispose: “sai io sono qui delle 21.00 ma non sono solo perché c’é un libro che mi tiene compagnia e non mi lascia mai da solo, mi supporta quando sono giù di morale e tanto altro, questo libro è la BIBBIA.

Da quel giorno Marcello arrivava sempre 10-15 minuti prima perché era incuriosito da quel modo di fare e di vivere di Andrea che a Marcello era sempre mancato. Andrea, per le prime volte, cercava di smontare tutto ciò che gli veniva detto da Marcello, poi un giorno Andrea gli disse: “non farti più mille domande, da modo a DIO di poter fare qualcosa per te, lascia che entri nel tuo cuore e cambi il tuo modo di porti con gli altri e dagli la possibilità di modellare il tuo carattere affinché tu possa assomigliare a Lui”. Più passava il tempo e più Marcello aveva voglia di ascoltare e seguì il consiglio dell’amico: si liberò di tutto quel fardello di domande e cominciò a leggere la Bibbia con Andrea. Causa motivi di lavoro, per circa due mesi, non si videro ma in Marcello cresceva la voglia di saperne sempre di più.

A Settembre si rividero e la prima cosa che fece Marcello fu quello di chiedere ad Andrea di poter andare ad un loro culto la domenica successiva.

Da quella domenica la vita di Marcello fu trasformata.

Dopo poche settimane che frequentava la chiesa un pastore fece quest’appello: “chi tra i presenti è un simpatizzante e vuole dare il suo cuore a DIO venga avanti”, Marcello era un po’ impaurito non da DIO ma dalla folla che lo guardava ma senti una spinta e si alzo dalla sedia, andò davanti e fece una preghiera.

Tornato al posto il suo amico lo abbracciò. Qualche tempo dopo, la cosa che sconvolse Marcello, non fu quello che accadde nella sala di culto ma quando al lavoro, tra la notte di domenica 24 settembre e lunedì 25 settembre, era solo in reparto, alzò gli occhi al cielo e fissò il tetto del capannone, fu a quel punto che cominciò a piangere dicendo: “GRAZIE DIO” come per un attimo non vide il tetto ma il cielo sopra e senti un amore che lo pervadeva in tutto il corpo, un amore cosi grande che ad un certo punto dovette chiedere a DIO di smettere non perché non gli piacesse quella situazione ma perché stavano arrivando i suoi colleghi e non voleva farsi vedere in lacrime.

Oggi Marcello è un credente che desidera portare questo messaggio di speranza e guarigione a tutti coloro che ancora non conoscono le meraviglie che DIO può fare.

Ma DIO non aveva mica finito con Marcello, nella BIBBIA vi è scritto: “credi tu e sarai salvato tu e la tua famiglia”, in un appello fatto in chiesa dissero: “cosa volete che DIO faccia per voi questa sera?” Marcello si fece avanti e disse al pastore: “per me nulla, ma vorrei che mia madre fosse qui con me, lei si sente sola a casa e a me dispiace molto”.

DIO, dopo pochi giorni, portò anche la madre in chiesa ed ella si convertì.

In conclusione vi voglio citare un verso Giovanni 3-16: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”. Dio ci conosce fin dalla nostra nascita e ci segue in tutto il cammino che facciamo.

Dio ci lascia il liberi anche di poter sbagliare affinché nell’errore possiamo ravvederci e tornare a Lui per poter magnificare la Sua gloria. DIO ci ama e ci aspetta a braccia aperte, come il padre con il figliol prodigo, per poterci avvolgere nel suo grande amore.

DIO POSSA BENEDIRE LE VITE DI TUTTI COLORO CHE LO CERCANO